Si definisce omega 3, un acido grasso polinsaturo che il nostro corpo non riuscirà mai a produrre autonomamente senza l’ausilio di alimenti o integratori naturali. L’apporto giornaliero di Omega 3, è molto inferiore all’ effettiva necessità che il nostro corpo reclama. A portare avanti la tesi ed il metodo di assunzione dell’acido grasso essenziale, è lo studio condotto dalle Università più famose al mondo, con centri di ricerca attivissimi negli Stati Uniti d’America.
L’acido Docosaesaenonico, che si trova nel sistema nervoso, viene prodotto attraverso l’assunzione di Omega 3, come un altro importante e fondamentale acido, quello Eicosapentaenoico, che aiuta l’organismo a sviluppare una difesa interna, contro le varie infiammazioni con la quale combatte giorno dopo giorno. L’integrazione di Omega 3 con integratori alimentari, è oggigiorno molto diffusa proprio per le proprietà salutari che questi integratori, regolati da norme mediche, portano a chi ne fa periodicamente uso. Gli studi, sono stati effettuati presso alcune Università della California, che hanno stilato una statistica in merito ai risultati portati avanti da pazienti che assumevano omega 3 attraverso l’uso di integratori e quelli che regolavano l’apporto giornaliero dell’acido solo attraverso l’alimentazione. Il risultato è stato nettamente a favore dei soggetti alla quale venivano somministrati aiuti con integratori dell’acido grasso.
La presenza di una quantità corretta di omega 3, favorisce la comunicazione delle sinapsi nel cervello, in modo che il segnale sia correttamente trasportato a destinazione. La bassa presenza di omega 3 nel corpo umano, può portare all’insorgenza di problemi cardiovascolari. I primi studi effettuati su questo acido grasso, si ricordano tra il 1968 ed il 1975, quando venne analizzato il campione di popolazioni che avevano una dieta a base di pesce, uno dei maggiori alimenti contenenti di omega 3, come gli indigeni Eschimesi oppure i natii Giapponesi. L’apporto alle malattie legate al mio – cardio, si sono rivelate del tutto esigue ed in merito a ciò, venne effettuata una campagna affinché il consumo di pesce, fosse aumentato da parte dei paesi più industrializzati. Il pesce, soprattutto negli Stati Uniti, viene consumato nel 70% dei casi sotto forma di cibo fast food, ed ovviamente, la quantità di questi acidi risulta essere inferiore di almeno 65 volte rispetto ad un’ alimento puro e trattato naturalmente. Le malattie della circolazione, sono il baluardo delle mortalità del ventiduesimo secolo. Il consumo di alcool, sigarette e cibi spazzatura, ha estremamente diffuso l’otturazione delle vie circolatorie, tanto da diventare la battaglia di molti medici curanti, che dal piccolo promuovono campagne di prevenzione contro il diffondersi sempre più a macchia d’olio di questo problema.
Una delle note positive che l’omega 3 porta all’organismo è, attraverso la sua assunzione, la diminuzione anche sostanziale dei trigliceridi. Abbassandosi, i trigliceridi, danno la possibilità all’Hdl di prodursi maggiormente, aiutando la pulizia delle pareti circolatorie da cellule degenerate che fungono da tappo per le arterie. L’hdl è detto anche colesterolo buono e viene prodotto tramite l’assunzione di corretti alimenti. La bassa produzione di questo importantissimo acido grasso essenziale ha rilevato in soggetti predisposti a patologie, avanzamenti e peggioramenti dello stato di salute. Si riscontrano, infatti, in soggetti che hanno problemi psichiatrici di base, continue digressioni verso malattie sempre più gravi passando da demenza senile alla depressione per arrivare alla dislessia. Anche la terribile schizofrenia, sembra sia una delle conseguenze del basso apporto dell’Omega 3. Risulta quindi logico che, una volta focalizzato il problema nel paziente, questo assumendo tramite, ad esempio, integratori l’acido, potrà trovare giovamenti e miglioramenti sentendosi in alcuni casi molto meglio.
Riscontri positivi, sono stati evidenziati nell’assunzione di questi, nelle donne in gravidanza. Il bambino che cresce in una mamma che assume e segue una dieta ricca di Omega 3, avrà le capacità d’intelletto sicuramente superiori a quelli che avranno iniziato lo sviluppo fetale con l’assunzione di grassi non necessari all’organismo.
Ma da dove possiamo attingere gli omega 3? La domanda che tutti si pongono è proprio questa, ed infatti, è stata stilata una lista precisa approvata da ricercatori, dietologi, nutrizionisti e diabetologi, che consigliano il consumo di questi alimenti prescelti. Il pesce è il candidato numero uno, infatti, dovrebbe essere assunto dalle 3 alle 4 volte a settimana come avevano determinato gli studi sugli eschimesi negli anni 70. I pesci in cui gli omega 3 sono contenuti maggiormente, sono i pesci azzurri tra i quali: il pesce spada, il tonno, il nasello, la platesse,il pesce topo, la triglia, le acciughe, le alici, lo sgombro, il merluzzo ed anche alcuni pesci di fiume come la trota. Il pesce contiene omega 3 a differenza della carne rossa perché, presenta collagene in percentuali minori che mantiene intatto il grasso polinsaturo come nel caso dell’ Omega 3. Il pesce crudo, ad esempio, è utilissimo a combatter le malattie vascolari ed infatti, anche nei paesi europei si sta diffondendo lo stile giapponese di mangiare il sushi più di una volta a settimana. Ad accompagnare gli omega 3 all’interno del pesce, vi sono piccole percentuali di colesterolo e di fosforo.
Per quanto riguarda il consumo durante i pasti, è importante che affinché porti fino in fondo le sue qualità di toccasana, che venga preparato con modalità molto semplici che non prevedano l’utilizzo di grassi animali ed un minimo di grassi vegetali. Molte persone, però, hanno dei brutti rapporti con il pesce per via di allergie, per intolleranze oppure semplicemente perché non piace. Una di queste 3 casistiche, può semplicemente assumere gli acidi polinsaturi essenziali attraverso l’utilizzo di integratori alimentari. A livello di percentuali, un soggetto medio che consuma 2000 Kcal giornaliere, dovrebbe assumere una quantità pari al 2 percento dell’apporto calorico giornaliero. Arrivare al 2 per cento di 2000 calorie, significa assumere 5 grammi di omega 3 quotidianamente, il che vale a dire consumare semplicemente 150 grammi di uno dei pesci approvati dagli studiosi, che contengono quantità corrette di questo acido, come ad esempio il salmone, oppure per i non amanti, 50 grammi di frutta secca alla quale, aggiungere oli vegetali a crudo provenienti possibilmente da arachidi, girasoli, e olive. E’ chiaro che, l’assunzione di Omega 3 deve essere sempre fatto sotto controllo medico soprattutto nel caso in cui vengano presi degli integratori. Sarà così lo specialista a decidere ed a consigliarvi la strada migliore per sentirvi in armonia con voi stessi e con il vostro corpo.